Piantiamolì

Come sapete stiamo coltivando progetti (e non solo) nella zona del Basso Isonzo.

Tra questi ci stiamo prendendo cura di uno spazio in via Bainsizza per dare vita a nuove idee.

Purtroppo la maggior parte delle piante di questo giardino sono specie non autoctone, trascurate da molti anni. Le abbiamo fatte analizzare ed è emerso che presentano gravi malattie, che le rendono deboli e pericolose. Di seguito trovate i risultati delle analisi.

Abbiamo progettato per questo di sostituirli ma soprattutto di piantarne molti altri. Tra gli altri pianteremo alberi tipici della nostra zona, cercando di recuperare e lasciare traccia di alcune testimonianze di meraviglie vegetali tipiche della nostra campagna come la siepe a gelosia o la vite maritata.

PIANTIAMOLA DI ASPETTARE è ORA DI PIANTARE!

arakealberi

 

1. PREMESSA

Il sottoscritto Mauro Borgato, dottore forestale, iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Padova al numero d’albo 594, è stato incaricato dalla proprietà, di relazionare sullo stato sanitario di alcune alberature poste all’interno del giardino privato di via Bainsizza n. 7 a Padova.

Per adempiere all’incarico conferito sono stati effettuati sopralluoghi in data 25/01/2021 e 27/01/2021 nel corso dei quali è stato eseguito uno screening visivo di tutte le alberature oggetto di indagine (9 esemplari) e analisi strumentale per due alberature oggetto d’indagine, con il quale sono state esaminate principalmente le condizioni della chioma, la morfologia delle parti legnose esterne dell’albero, spia di eventuali alterazioni dei tessuti interni e lo stato del colletto degli alberi, quale rivelatore di eventuali deficienze strutturali dell’apparato radicale, così da appurare lo stato di salute e d’integrità delle piante.

Nel corso dei rilievi, quindi, sono state indagate le nove alberature con lo scopo di valutare la loro vitalità ed avere un preciso quadro del loro ruolo all’interno dell’area verde.

Allo scopo di illustrare nel modo più chiaro possibile lo stato di fatto, è stata redatta la seguente relazione tecnica basata sull’analisi dei rilievi, corredata da memoria fotografica.

2. DESCRIZIONE DEL GIARDINO DI VIA BAINSIZZA N. 7

Le piante indagate sono radicate all’interno del giardino di via Bainsizza n. 7, in particolare lungo il perimetro della proprietà.

Dal punto di vista della composizione il giardino è caratterizzato da alberi d’alto fusto di diverse specie, con diametri e dimensioni variabili, che si pongono prevalentemente lungo la zona perimetrale, ma anche da alcuni esemplari, arborei e arbustivi, nella zona centro meridionale. La restante area verde è caratterizzata dalla presenza di specie erbacee a prevalenza di graminacee.

Le nove alberature indagate, si pongono in prevalenza lungo il perimetro del giardino privato (vedi figura 1).

Per facilitare la loro identificazione e la descrizione di queste piante, i singoli alberi sono stati numerati utilizzando un codice alfanumerico, che identifica le iniziali della specie e il numero progressivo (vedi successiva figura 1).

3. DESCRIZIONE DELLE ALBERATURE INDAGATE

L’oggetto della valutazione sono nove alberature poste all’interno del giardino descritto in precedenza., che di seguito si descrivono.

Le analisi di stabilità sono state condotte in ossequio al protocollo V.T.A. (Visual Tree Assessment), ovvero attraverso una fase di analisi visiva (applicata a tutti gli esemplari) eventualmente seguita da approfondimenti strumentali di tipo penetrometrico (esemplari di cedro deodara n. 2 e n. 6).

Picea abies 8
Con riferimento alle dimensioni, il Picea abies 8 (PA8), ha altezza stimata di circa 10-14

metri ed un diametro, misurato ad 1,30 m da terra, di circa 54 cm (vedi foto 1). L’albero si trova nella porzione sud del giardino, ove esiste un nucleo arboreo caratterizzato da elevata densità, a circa 0,7 m dalla recinzione (figura 1). Il portamento è caratteristico della specie (vedi foto 1), con chioma poco espansa e fusto inclinato, anche perché cresciuto in competizione con molte altre piante arboree. Considerando lo stato fitosanitario, durante il sopralluogo l’abete rosso 8 è risultato essere in vegetazione, con aghi distribuiti in modo omogeneo e densità della chioma che si attesta sul 70%. Molti rami sono risultati essere disseccati (senza foglie) ed è evidente il fenomeno dell’autopotatura sui palchi più bassi. Nella pozione basale si è rilevata una area depressa all’altezza del colletto e poco sopra tale zona, una diffusa resinazione.

Picea abies 4
Con riferimento alle dimensioni, il Picea abies 4 (PA4), ha altezza stimata di circa 10-12

metri ed un diametro, misurato ad 1,30 m da terra, di circa 27 cm (vedi foto 2). L’albero si trova nella porzione meridionale del giardino, nei pressi del fabbricato esistente (zona ovest) ove esiste un nucleo arboreo caratterizzato da elevata densità, a circa 2,5 m dal fabbricato sopra citato. Il portamento è caratteristico della specie (vedi foto 2), con chioma poco espansa, anche

perché cresciuto in competizione con molte altre piante arboree. Considerando lo stato fitosanitario, durante il sopralluogo l’abete rosso 4 è risultato essere in vegetazione, con aghi distribuiti in modo omogeneo e densità della chioma che si attesta sul 70%. Il fusto si presentava inclinato sul lato ovest (verso il fabbricato principale).

Cupressus arizonica n. 1

Con riferimento alle dimensioni, il Cupressus arizonica n. 1 (CA1), ha altezza stimata di circa 10-12 metri ed un diametro, misurato ad 1,30 m da terra, di circa 46 cm (vedi foto 3). L’albero si trova nella porzione meridionale del giardino, nei pressi del fabbricato principale esistente, ove esiste un nucleo arboreo caratterizzato da elevata densità, a circa 5 m in direzione sud dal fabbricato sopra citato. Il portamento non è caratteristico della specie, con chioma poco espansa e ridotta poiché cresciuto in competizione con altre piante arboree in spazi ristretti.

Dal punto di vista anatomico, morfologico e, eventualmente, patologico il Cupressus arizonica n. 1 presenta una inserzione al suolo priva di esposizioni radicali. Seppur presenti inclinazione verso sud del fusto, non si osservano sintomi di sollevamenti o altri sommovimenti della semisfera radicale.

La chioma risulta essere sbilanciata e compromessa per circa il 70%, in quanto senza aghi (disseccati); per tale motivo lo stato vegetativo può dirsi critico. Sul fusto si è rilevata presenza di edera (Hedera sp).

Cupressus arizonica n. 7

Con riferimento alle dimensioni, il Cupressus arizonica n. 7 (CA7), ha altezza stimata di circa 10-11 metri ed un diametro, misurato ad 1,30 m da terra, di circa 42 cm (vedi foto 4). L’albero si trova nella porzione meridionale del giardino, nei pressi della recinzione a sud, ove esiste un nucleo arboreo caratterizzato da elevata densità. Il portamento è non caratteristico della specie, con chioma molto ridotta poiché cresciuto in competizione con altre piante arboree in spazi ristretti (individuo sottoposto).

Dal punto di vista anatomico, morfologico e, eventualmente, patologico il Cupressus arizonica n. 7 presenta una inserzione al suolo priva di esposizioni radicali. Seppur presenti inclinazione verso sud del fusto, non si osservano sintomi di sollevamenti o altri sommovimenti della semisfera radicale. La chioma risulta essere sbilanciata e compromessa per circa il 90%, in quanto senza aghi (disseccati); per tale motivo lo stato vegetativo può dirsi gravemente insufficiente.

Cedrus deodara n. 6

Con riferimento alle dimensioni, il Cedrus deodara n. 6 (CD6), ha altezza stimata di circa 13-15 metri ed un diametro, misurato ad 1,30 m da terra, di circa 65 cm (vedi foto 5 e 7). L’albero si trova nella porzione meridionale del giardino, al centro del nucleo arboreo caratterizzato da elevata densità. Il portamento è caratteristico della specie, con chioma poco espansa nella porzione prossima al terreno, poiché cresciuto in competizione con altre piante arboree in spazi ristretti, con maggiori spazi vegetativi nella porzione apicale.

Dal punto di vista anatomico, morfologico e, eventualmente, patologico il cedro deodara n. 6 presenta una inserzione al suolo priva di esposizioni radicali. Non si osservano sintomi di sollevamenti o altri sommovimenti della semisfera radicale. Il colletto risulta essere depresso sul lato ovest, con cavità interna e presenza di micelio e carpofori di funghi degradatori del legno (foto 6).

La chioma risulta essere deperiente e molto trasparente e con molti aghi decolorati (verde chiaro tendente al giallo). Per tali motivi lo stato vegetativo può dirsi precario. A circa 5 m da terra si è notato un foro dovuto ad attività di picidi (vedi foto 5).

Il cedro deodara n. 6 è stato sottoposto ad esame visivo seguito da approfondimento strumentale penetrometrico. Quest’ultimo accertamento ha evidenziato la presenza di una cavità a carico del cilindro centrale, per una carie in probabile risalita dall’apparato radicale.

Cedrus deodara n. 2

Con riferimento alle dimensioni, il Cedrus deodara n. 2 (CD2), ha altezza stimata di circa 12-14 metri ed un diametro, misurato ad 1,30 m da terra, di circa 59 cm (vedi foto 8). L’albero si trova nella porzione meridionale del giardino, nei pressi del fabbricato principale esistente, ove esiste un nucleo arboreo caratterizzato da elevata densità, a circa 7 m in direzione sud dal fabbricato sopra citato. Il portamento è caratteristico della specie, con chioma poco espansa poiché cresciuto in competizione con altre piante arboree in spazi ristretti. Dal punto di vista anatomico, morfologico e, eventualmente, patologico il cedro deodara n. 2 presenta una inserzione al suolo con esposizioni radicali di tipo strozzante (foto 9). Non si osservano sintomi di sollevamenti o altri sommovimenti della semisfera radicale. Il colletto risulta essere depresso, nella porzione sud ed interrato.

La chioma, portata esclusivamente nel terzo superiore, risulta essere deperiente e trasparente e con molti aghi decolorati (verde chiaro tendente al giallo). Per tali motivi lo stato vegetativo può dirsi precario.

Il cedro deodara n. 2 è stato sottoposto ad esame visivo seguito da approfondimento strumentale penetrometrico. Quest’ultimo accertamento ha evidenziato la presenza di anomalie a carico del cilindro centrale, per una carie in probabile risalita dall’apparato radicale.

Prunus domestica n. 33 (PD33)

Con riferimento alle dimensioni, il Prunus domestica n. 33 (PD33), ha altezza stimata di circa 5-7 metri ed un diametro, misurato ad 1,30 m da terra, di circa 35 cm (vedi foto 10). L’albero si trova nella porzione nord-est del giardino, nei pressi della recinzione nord. Il portamento è caratteristico della specie, con fusto molto inclinato verso sud e gravi problemi strutturali e fitosanitari. Il fusto si presenta con ampia cavità nella porzione centrale (foto 11), diffusi cancri e carpofori di Phellinus sp. Nella porzione basale evidenti i sintomi di gommosi parassitaria.

Prunus domestica n. 17 (PD17)

Con riferimento alle dimensioni, il Prunus domestica n. 17 (PD17), ha altezza stimata di circa 6-7 metri ed un diametro, misurato ad 1,30 m da terra, di circa 48 cm (vedi foto 12). L’albero si trova nella porzione sud-ovest del giardino, nei pressi della recinzione sud (circa a 2,5 m da quest’ultima). Il portamento è caratteristico della specie, con fusto inclinato verso nord e problemi strutturali e fitosanitari. Il fusto presenta un grosso cancro a circa 1 m da terra e sintomi di gommosi parassitaria.

Prunus armeniaca n. 16 (PAR16a)

Con riferimento alle dimensioni, il Prunus armeniaca n. 17 (PAR16a) ha altezza stimata di circa 6-7 metri ed un diametro, misurato ad 1,30 m da terra, di circa 51 cm (vedi foto 12). L’albero si trova nella porzione sud-ovest del giardino, nei pressi della recinzione sud (circa a 2,5 m da quest’ultima). Il portamento è caratteristico della specie, con fusto inclinato verso nord e problemi strutturali e fitosanitari. Il fusto sintomi di gommosi parassitaria. Su tutto il fusto si è rilevata presenza di edera (Hedera sp).

4. RISULTANZE DEI SOPRALLUOGHI

L’analisi delle alberature è stata effettuata utilizzando i dati raccolti a seguito del sopralluogo, successivamente elaborati ed interpretati a tavolino, mediante il supporto fotografico e dai referti degli strumenti. Dall’interpretazione dei dati raccolti sono emersi gli elementi di seguito riportati.

Picea abies 8

L’abete rosso Picea abies 8 (PA8) sottoposto ad indagine visiva, al momento del sopralluogo si presentava in fase vegetativa, con chioma ridotta e sbilanciata. Il soggetto arboreo, inoltre, presenta sintomi di una fisiologia compromessa ed una inclinazione verso l’esterno della proprietà. Si tratta di una specie non idonea nel contesto della pianura padana, che può rappresentare un rischio per schianti e cedimenti.

Tutti gli elementi sopra riportati fanno classificare il soggetto arboreo nella classe D della classificazione della propensione al cedimento (CPC), con prescrizione di abbattimento: “Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. * Le

anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai, quindi, esaurito. Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute.(* È ammessa la valutazione analitica documentata).” [vedi scheda VTA allegata].

Picea abies 4

L’abete rosso Picea abies 4 (PA4) sottoposto ad indagine visiva, al momento del sopralluogo si presentava in fase vegetativa, con chioma ridotta e sbilanciata e accentuata inclinazione del fusto. Il soggetto arboreo, inoltre, presenta evidenti sintomi di una fisiologia compromessa. Si tratta di una specie non idonea nel contesto della pianura padana, che può rappresentare un rischio per schianti e cedimenti-

Tutti gli elementi sopra riportati fanno classificare il soggetto arboreo nella classe D della classificazione della propensione al cedimento (CPC), con prescrizione di abbattimento.

Cupressus arizonica n. 1

Il Cupressus arizonica n. 1 (CA1) sottoposto ad indagine visiva, al momento del sopralluogo si presentava in fase vegetativa, con chioma quasi completamente disseccata e inclinazione del fusto. Il soggetto arboreo, inoltre, presenta evidenti sintomi di una fisiologia compromessa.

L’albero non ha futuro (gravemente deperiente) e non vi sono interventi colturali in grado di ridurre il rischio. Tutti gli elementi sopra riportati fanno classificare il soggetto arboreo nella classe D della classificazione della propensione al cedimento (CPC), con prescrizione di abbattimento.

Cupressus arizonica n. 7

Il Cupressus arizonica n. 7 (CA7) sottoposto ad indagine visiva, al momento del sopralluogo si presentava con chioma quasi completamente disseccata e sottoposta ad esemplari di Cedrus deodara di maggiori dimensioni. Il soggetto arboreo, inoltre, presenta evidenti sintomi di una fisiologia compromessa (gravemente deperiente), senza futuro.

Tutti gli elementi sopra riportati fanno classificare il soggetto arboreo nella classe D della classificazione della propensione al cedimento (CPC), con prescrizione di abbattimento.

Cedrus deodara n. 6

Il cedro deodara n. 6 (CD6) risulta essere attaccato da Armillaria, fungo agente di marciume radicale e intensa carie bianca fibrosa alle radici, nella porzione basale del tronco.

L’Armillaria è un patogeno molto pericoloso, in quanto si comporta sia da parassita che da saprofita, infettando l’ospite e distruggendone completamente la zona cambiale, degradando completamente l’apparato radicale fino a portarlo alla morte e minando irreversibilmente la stabilità della pianta. I processi di infezione del patogeno e di deperimento dell’albero sono prolungati nel tempo ed i processi degenerativi durano per più anni. Per tali motivi la stabilità del cedro deodara n. 6 è seriamente compromessa ed il rischio di uno schianto o di un ribaltamento è molto probabile..

Il cedrus deodara n. 6 sulla base degli elementi descritti in precedenza e l’analisi dei tracciati del tomografo e del resistografo (allegati alle schede VTA) viene collocato in classe C.P.C. (Classe propensione al cedimento) “D”, con prescrizione di abbattimento.

Cedrus deodara n. 2

Il cedro deodara n. 2 (CD2) con ogni probabilità risulta essere anch’esso attaccato da Armillaria, probabilmente in espansione dal cedro deodara n. 6 (CD6), poco distante dall’esemplare indagato. I tracciati delle indagini strumentali (vedi scheda VTA) rilevano presenza di carie in risalita dall’apparato radicale e pertanto la stabilità del cedro deodara n. 2 è compromessa con rischio di schianto o di un ribaltamento.

Il cedrus deodara n. 2 sulla base degli elementi descritti in precedenza e l’analisi dei tracciati del tomografo e del resistografo (allegati alle schede VTA) viene collocato in Classe C.P.C. (Classe propensione al cedimento) “D”, con prescrizione di abbattimento.

Prunus domestica n. 33 (PD33)

Il susino n. 33 (PD33) sottoposto ad indagine visiva, al momento del sopralluogo si presentava in riposo vegetativo, con chioma caratterizzata da elevato seccume, di origine probabilmente fisiologico, viste le dimensioni. Il soggetto arboreo, inoltre, presenta evidenti problematiche strutturali, carpofori fungini (Phellinus sp) e sintomi di gommosi parassitaria che ne compromettono la stabilità e la fisiologia. Le aspettative vita di questa pianta da frutto risultano ridotte e condizionate da gravi problemi strutturali, con rischio di rottura al fusto. Tutti gli elementi sopra riportati fanno classificare il soggetto arboreo nella classe D della classificazione della propensione al cedimento (CPC), con prescrizione di abbattimento.

Prunus domestica n. 17 (PD17)

Il susino n. 17 (PD17) sottoposto ad indagine visiva, al momento del sopralluogo si presentava in riposo vegetativo, con chioma caratterizzata da elevato seccume, di origine probabilmente fisiologico. Il soggetto arboreo, inoltre, presenta evidenti problematiche strutturali, cancri corticali e sintomi di gommosi parassitaria che ne compromettono la stabilità

e la fisiologia. Le aspettative vita di questa pianta da frutto risultano ridotte, con rischio di rottura al fusto. Tutti gli elementi sopra riportati fanno classificare il soggetto arboreo nella classe D della classificazione della propensione al cedimento (CPC), con prescrizione di abbattimento.

Prunus armeniaca n. 16 (PAR16a)

L’albicocco n. 16° (PAR16a) sottoposto ad indagine visiva, al momento del sopralluogo si presentava in riposo vegetativo, con chioma caratterizzata da elevato seccume, di origine probabilmente fisiologico, viste le dimensioni. Il soggetto arboreo, inoltre, presenta evidenti problematiche strutturali e sintomi di gommosi parassitaria che ne compromettono la stabilità e la fisiologia. Le aspettative vita di questa pianta da frutto risultano ridotte e condizionate da gravi problemi strutturali. Tutti gli elementi sopra riportati fanno classificare il soggetto arboreo nella classe D della classificazione della propensione al cedimento (CPC), con prescrizione di abbattimento.

5. CONCLUSIONI

La gestione responsabile degli alberi deve considerare sia il loro valore (e dunque l’importanza della loro conservazione), che la sicurezza dei luoghi in cui crescono (indubbiamente eliminando le piante rischiose), ragion per cui si rende opportuno adottare metodi di valutazione che integrino il valore ornamentale alle condizioni vegetative, fitosanitarie e di stabilità, al fine di perseguire contestualmente i due obiettivi sopraccitati e individuare, di conseguenza, le tecniche idonee.

Sulla base di quanto evidenziato, risulta chiaro che le dieci alberature indagate, ai fini fitosanitari e di stabilità presentano quadri diagnostici che vanno dal grave al critico, pertanto si prescrive il loro abbattimento.

Con l’avanzare dell’età cronologica, gli alberi risultano fisiologicamente soggetti ad un incremento della pericolosità a causa di un indebolimento strutturale dei tessuti per l’azione di patogeni e per vari altri fenomeni degenerativi. A tal proposito è opportuno ricordare che, come per ogni essere vivente, non è possibile determinare l’esatto istante in cui l’albero cadrà, sottolineando che ciò può avvenire anche in assenza di segni premonitori su alberi privi di difetti.

 

 

 

Relazione_Bainsizza7_con schede VTA-18-23

Relazione_Bainsizza7_con schede VTA-29-31

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