VITE di donne: ultimo incontro: Ca’Orologio

Mercoledì 5 aprile alle 20.30 nuovo appuntamento della rassegna mensile di degustazione e scoperta enologica: “VITE di donne”.

On the stage Maria Gioia Rosellini, Ca’ Orologio – Baone

Azienda agricola certificata biologica con pratiche vieppiù biodinamiche. Ultima serata della serie di 6 incontri per conoscere i vini e la storia di 6 produttrici locali, il loro punto di vista femminile in un contesto tradizionalmente maschile; come sempre poi la ricerca e il recupero di vecchie varietà e l’attenzione all’ambiente. Conosceremo le stesse produttrici, che hanno selezionato dei vini particolari o dei grandi classici del Veneto, per presentare caratteristiche, aneddoti e storie di questi vini e del loro territorio. La serata è per persone non necessariamente esperte ma sicuramente curiose.

Costo della degustaz dei quattro vini 12 euro. La cucina è aperta e avrà un risotto speciale del mercoledì.

E’ gradita la prenotazione: scrivere a casana.bio@gmail.com  o telefonare a 049-62.38.74.

5 aprile: Maria Gioia Rosellini, Ca’ Orologio – Baone

Sito internet http://www.caorologio.com , loro chicche il Barbera (quasi introvabile nel Veneto) e il moscato giallo (quello del Fior d’arancio x intenderci) però in versione ferma secca.

esperimenti

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Baone (Padova), via Ca’ Orologio 5 e 7, una delle tante dimore estive dell’importante famiglia padovana dei Dondi (dall’Orologio, per via di Padova-PiazzadeiSignori-bla bla bla). Azienda vitivinicola http://www.caorologio.com/ e ospitalità agrituristica http://www.caorologio.com/hanno-scritto-di-noi/ , certificata biologica con pratiche vieppiù biodinamiche. Ciò spesso nel prodotto finale si avverte con sapori sicuramente non convenzionali. E anche l’utilizzo di vitigni oggi non sempre comuni sui colli Euganei. Zona sud, indixcui soleggiata, esposizione ottimale soprattutto per i vini rossi di una certa stoffa.

Allacciate le cinture di sicurezza, PAR-TEN-ZA !

  1. Salarola: vino bianco fermo secco, uvaggio di moscato (bianco e giallo) 80%, tocai 15%, riesling 5%. Particolarissimo blend fra queste tre uve. Se il tocai/friulano dà polpa e finale ammandorlato, i due moscati  -tipicamente euganei-  forniscono aromaticità: e i tre filari di riesling teoricam vietati da disciplinare? Resistono all’usura del tempo, poareti…
  2. Caò: vino rosso fermo secco, raboso in purezza. Della famiglia dei Rabosi Piave, oramai anche questa uva è sul nostro territorio da molto tempo, e dal miglioramento delle tecniche di vinificazione se ne ottiene un vino meno aspro, meno “rabioso”, meno “sgarboso” (come lo definiva Goldoni)
  3. Lunisole: vino rosso fermo secco, barbera in purezza. Singolare, ugnolo, mosca rara nei colli Euganei, lacerto di un tempo che fu… allorquando la barbera era un vino coltivato in tutta Italia. Se il rimando conoscitivo oggi ce la colloca quasi solo in Piemonte e il ricordo fanciullesco ce la associa al simpaticissimo marinaio Trinchetto (papà di Braccio di Ferro), eccoci col tocco culturale: “Generosa Barbera. Bevendola ci pare d’esser soli in mare sfidanti una bufera” (Giosuè Carducci). Profumo piacevolissimo, in bocca un frutto rosso croccante di una piacevolezza e di una immediatezza senza pari. Siamo a Baone o nel Monferrato?
  4. Raboso sur lie: chiusura super-atipica, con un vino-non-vino, ocio al tappo-corona, chicca finale con note talmente inusuali che ci catapulteranno sia al nord Europa, sia all’estate entrante e  -perché no?-  anche al giardino estivo della Ca’ Sana

serate precedenti:

1 marzo Tania, az. agr. Dominio di Bagnoli, Bagnoli di sopra (Pd)

Stavolta ospitiamo l’azienda agricola “Il Dominio di Bagnoli”, zona non collinare bensì di pianura ma con alle spalle una grande storia (poco conosciuta) e un grande fascino!

Il loro “cavallo di battaglia” è il Friularo che  -da importante e storico vino di… campagna-  hanno fatto assurgere al rango di D.O.C.G.. Etimologicamente il nome viene da “frìo”, cioè vendemmia col freddo, di questo vino si inizia a parlarne nel 954 d.C., poi ne parla il Ruzzante (“vin sgarboso”), il Goldoni e il suo seguace locale, tal Lodovico Pastò 1778 ne fa un ditirambo:

“…Ma fra i Vini el più stimabile,

El più bon,

el più perfeto

Xe sto caro Vin amabile,

Sto Friularo benedeto

Lu ga i gusti più stupendi…” https://vec.wikisource.org/wiki/El_Vin_Friularo

I VINI CHE ‘SAJEMO: AVANTI A TUTTO FRIULARO!

  1. Spumante Metodo Classico 2008, bolla secca, strepitoso inizio! Dall’uva rossa friulara vinificata in bianco (con chardonnay e pinot grigio), si ottiene questo spumante di assoluto prestigio: freschezza, puntualità e puntigliosità, una pulizia e una nettezza senza pari! Qui non si può che bere il millesimo “più giovane” come dicono loro, quello di 9 (dico nove!) anni fa…
  2. Sant’Andrea 2015: bianco/fermo/secco, uvaggio fra gli internescional Sauvignon+Siardonè (come sappiamo splendidamente allocatisi anche dalle ns parti) e il ruspante Friularo. Giusto compendio fra il profumo del primo, il corpo del secondo e la freschezza del terzo.
  3. Friularo 2013: eccolo il pezzo da novanta, el Siòr Autoctono, qua proposto ugnolo, x capirlo proprio bene !!! Vino rosso fermo secco unicamente da uve Friularo. Vitigno della famiglia dei rabosi Piave che esiste solo nella Bassa Padovana. Tranqui, non è più “el vin da penòti” dei contadini! Giustamente tannico, di corpo, riscalda nelle serate invernali J
  4. Friularo 2009, passito: vino rosso dolce fermo, a ben pensarci uno dei pochissimi vini italiani con queste caratteristiche. Chiaramente il fondo tannico del ruspio Friularo c’è ma ben levigato; affinato com’è con i suoi lieviti indigeni in caretèi di rovere.

1 febbraio Alessandra Piovene, az. agr. Porto-Godi, Villaga (Vi)

Tutto cominciò nel 1584…e di generazione in generazione si sono tramandate esperienze e portate innovazioni, che hanno permesso di vincere premi e riconoscimenti.

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Alessandra giovane, dotta, produttrice di vino, simpaticissima… cosa volere di più ?

Sito internet www.piovene.com , loro “cavallo di battaglia” varietà autoctone, il Tai rosso (ex tocai rosso) su tutti.

I VINI CHE ‘SAJEMO:

  1. Garganego Riveselle: vino bianco secco fermo, uva garganega in purezza. Grande uva tipicamente veneta, di tutta la fascia pedemontana (colli Euganei sempre meno, Verona e colli Berici) capace di dare vini gradevolissimi, profumati e con una giusta dose di freschezza. Ottimo inizio, vai Alessandra!
  2. Sauvignon Fostine: terminato il 2015, in anteprima … MON-DIA-LE J assaggeremo la vendemmia 2016 ! Vino bianco secco fermo, in purezza dall’internazionale vitigno Sauvignon blanc. Ottimo bilanciamento fra vegetale, mineralità, freschezza e frutto. D’altronde il Sauvignon sappiamo…
  3. Tai rosso Riveselle: eccolo il pezzo da novanta, l’autoctono, quello che c’è solo lì, colui che …!!! Vino rosso secco fermo da uve Tocai Rosso, chiamiamolo così in barba alle leggi, alla nomenklatura, all’Europa! La leggenda ondeggia tra il grenache francese e il cannonau sardo ma questo è il delizioso, succoso, fruttato Tocai Rosso. Quello di Alessandra è già storia, un top dei Berici.
  4. Thovara bianco passito: la tradizione con l’innovazione, la storia con il futuro, la radici con l’internazionalità: garganega e sauvignon. Il frutto, la morbidezza, la piacevolezza col corpo, la pienezza, la longevità. Alessandra ci svelerà dettagli e percentuali del prezioso mix. Vino bianco fermo sì! dolce ma con una buona dose di freschezza che lo fa gustare da solo, con i dolci ma anche con alcuni formaggi.

Vi aspettiamo!!

 

7 dicembre Francesca Salvan, az.agr. Vigne del Pigozzo, Due Carrare

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1.      Summertime: Vino rosato amabile con presa di spuma metodo charmat, versione dry (zucchero 20 g/litro). Ottenuto da uva friulara, tipica e autoctona delle zone ai piedi dei colli Euganei fino alla Bassa Padovana (Due Carrare, Maserà, Conselve, Bagnoli). Di base uva rossa dalla grande acidità, quindi adatta a lunghi invecchiamenti oppure dev’essere domata (ecco spiegati i 20 g/l)

2.      Merlot 2015: Vitigno oramai conosciuto in tutto il mondo in questo caso con interessanti caratteristiche di vino rosso giovane e fresco delle pendici dei colli Euganei. Giovane e generoso, ha un gusto pieno, morbido ed equilibrato, profuma intensamente di frutta rossa matura: ciliegie e bacche di sambuco.

3.      Merlot 2009 Riserva: Vino rosso secco fermo di una certa importanza: qui si diventa un po’ più adulti… Uno dei vini di punta, vigneti maggiormente vocati, raccolta manuale delle uve, passaggio in botti grandi e affinamento in bottiglia. Freschezza, suadenza, morbidezza, eleganza, calore…

4.      Moscato Fior d’arancio: vino bianco frizzante dolce. Vitigno moscato giallo 100%, il più aromatico. Unico vino dei colli Euganei che si fregia della Denominazione Origine Controllata e Garantita, sia x le bollicine sia x l’abbinamento dolce per concordanza.

2 novembre MariaGrazia Selmin, az. agr. Il Pianzio, Galzignano

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Ecco i vini prescelti:

1.      SERPRINO – Vino bianco secco con presa di spuma metodo charmat, versione brut. Nella notte dei tempi c’era il prosecco (l’uva da Valdobbiadene) ma se a metà Ottocento portiamo questo vitigno sui colli Euganei (diverso terreno  -qui vulcanico-  e diversa latitudine  -aria, posizione, ventilazione) converremo che ne scaturisce un vino differente: Serprino, le jeux sont fait! Allocato dalle nostre parti con un timbro piacevolissimo, fruttato e meno secco dell’originario Prosecco (da cui il nome stesso), questo serprino di Mariagrazia è probabilmente il namber uàn dei colli Euganei

2.      PIANZIO Moscato aromatico: Vino bianco secco fermo. Sapiente uvaggio di moscato bianco 75% e moscato giallo 25% per questo vino che noi padovani negli ultimi anni abbiamo associato sempre e solo allo spumante dolce delle feste. E invece no! Oggidì questa può benissimo essere una scoperta, validissimo abbinamento con primi piatti, verdure, cucina bio, vegan eeeee…perché no? orientaleggiante. Quasi una frontiera enologica x sdoganare il moscato euganeo.

3.      JENIO 2015 cabernet sauvignon: Vino rosso secco fermo. Il nome di questo vino è un omaggio al papà Eugenio che, con il sudore del suo lavoro e la dedizione alla vigna, ha trasmesso la passione per la “Buona Terra”. Colore rosso rubino intenso con riflessi granati, profumo vinoso, erbaceo, di frutta rossa e con una spiccata nota di pepe. Di gusto secco e tannico, è caldo, persistente, elegante e ben strutturato. Vino di lunga vita.

4.      CORBINELLO: Vino rosso frizzante amabile. Introvabile autoctono dei colli Euganei, Mariagrazia è l’unica produttrice che lo imbottiglia nei colli Euganei. La corbinella fa parte della famiglia delle corbine; la loro coltivazione è molto antica e risale alla fine del Seicento. I vini ottenuti da queste uve si presentavano di colore rosso intenso con riflessi violacei, aciduli, tannici, abbastanza di corpo ma poco armonici ed erano utilizzati più da taglio che da pasto. Fu per questo motivo che questa varietà fu vivamente sconsigliata negli impianti post-fillossera a favore di Merlot e Cabernet. Il nonno Eugenio, però, conoscendo le potenzialità di questo vitigno recuperò agli inizi degli anni Cinquanta le barbatelle della corbinella dai frati del convento di Praglia e iniziò a vinificarla in versione spumante. Il risultato è stato un vino rosso rubino carico tendente al violaceo, dal profumo intenso e fruttato di marasca e violetta, con retrogusto amaro di genziana, di sapore amabile, avvolgente e persistente. Può essere definito  -tanto per avvicinarsi ad un sapore conosciuto-  il Lambrusco dei colli Euganei…

5.      FIOR D’ARANCIO: Vino bianco frizzante dolce. Vitigno moscato giallo 100%, il più aromatico. Unico vino dei colli Euganei che si fregia della Denominazione Origine Controllata e Garantita. Dopo aver assaggiato il moscato versione secca qui si chiude in bellezza con la bocca dolce e suadente. Vinitaly medaglia d’oro per tre anni nella sua categoria.

5 ottobre Francesca Callegaro, az. agr. Reassi, Carbonara di Rovolon

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Ecco i vini particolari di questa azienda:

OP! – Opera Prima, bianco frizzante, un delizioso e introvabile vino con uva pinella prodotto col metodo classico – Le sue finissime bollicine accarezzano il palato lasciando note di freschezza e sapidità.
Un’opera d’arte frutto di grande attenzione verso la natura, rispetto della tradizione e del territorio.

TERRE D’ARGILLA – bianco fermo secco, incrocio manzoni, inventato appunto dal prof Luigi de Manzoni dell’Ist. di Enologia di Conegliano, che a fine ottocento amava provare diversi incroci di vitigni. Gli riuscì particolarmente bene questo incrocio di vitigni riesling per pinot bianco che divenne un prodotto tipico del Veneto.

VIN BASTARDO – rosso fermo: uvaggio di antichi vitigni padovani (marzemina nera bastarda – da cui il nome, pataresca, turchetta). VQuesti vigneti sono stati impiantati da Francesca e la sua azienda nel 2007 a seguito della collaborazione con l’Ist enologico di Conegliano e la Regione Veneto in un progetto volto al recupero delle vecchie varietà.

FIOR D’ARANCIO – spumante dolce di moscato giallo: un classicone per chiudere in bellezza.

 

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